Aiutare un cane fobico o pauroso

Capire quali sono le paure del cane

Una delle sfide più grandi per un proprietario è l'affiancamento di un cane pauroso o fobico.

E' un affiancamento emotivamente molto coinvolgente, in quanto il proprietario vive in prima persona le difficoltà del cane, senza avere gli strumenti per poterlo aiutare.

L'impotenza del proprietario comporta frustrazione, tristezza e sconforto.

Per questo motivo il professionista, oltre a dover fare un'attenta ed accurata analisi comportamentale sul cane, dovrà anche sostenere e guidare dal punto di vista emotivo il proprietario.


PAURA O FOBIA?

Va detto fin da subito che la distinzione fra "paura" e "fobia" non è sempre netta, ed è spesso oggetto di discussione e confusione.

Come scritto nell'articolo dedicato ad "Ansia da Separazione" e "Ansia da non Controllo", l'osservzione competente dei comportamenti del cane, della loro frequenza e, soprattutto, della loro intensità, spesso aiuta a determinare in quale status psicologico si trova il cane.

Un cane pauroso - vedremo a breve quali sono i segnali di paura e le paure più frequenti - nonostante il timore rimane lucido e consapevole.

Un cane fobico perde completamente il controllo di sè stesso, attuando meccanismi involontari di autodifesa quali il "freezing", la fuga incontrollata, l'autolesionismo e l'aggressività estrema.

Le grandi discussioni cinofile in meritoalla paura ed alle fobie nascono dall'utilizzo sconsiderato di farmaci per cani che non ne avrebbero bisogno.

Con la premessa che la farmacologia è, e rimane, materia del Veterinario Comportamentalista - nel nostra caso la dott.ssa Francesca Marchiori - l'utilizzo del farmaco, in rari casi indispensabile, è sempre l'ultima opzione, e va valutato attraverso un confronto professionale che congiunga le competenze del Professionista esperto in ambito comportamentale, e le competenze del Veterinario.

 

IL CANE PAUROSO: PERCHE' UN CANE HA PAURA?

Va sottolineato che una paura può essere gentica o indotta, settoriale o generalizzata.

La paura genetica, come ad esempio la paura dei tuoni, difficilmente potrà scomparire, ma la risposta comportamentale del cane potrà essere contenuta se gestito nel modo corretto al manifestarsi dell'evento spiacevole.

La paura indotta è causata dall'esterno, tendenzialmente da un trauma vissuto, che ha portato il cane ad associare una conseguenza spiacevole ad un determinato suono, o gesto, o altro.

La paura settoriale riguarda una paura specifica, ad esempio il cane ha paura delle moto, che  non va ad incidere nella percezione generica che il cane ha dell'ambiente che lo circonda.

La paura generalizzata è una conguenza di tutte le altre, generalmente l'ultimo stadio: una paura inizialmente settoriale, diventa generalizzata, quindi il cane va a comprendere nella sua paura tutto l'ambiente circostante, indifferentemente.


Ma perchè il cane finisce in questo status?

Ci possono essere diverse motivazioni, diciamo che possiamo racchiuderle all'interno di tre grandi macroaree:

- fragilità caratteriale genetica;

- mancata o errata socializzazione in età evolutiva;

- eventi traumatici o conflittuali;

Non sempre il confine tra un'area e l'altra è ben definito, anzi.

Spesso le paure del cane hanno un mix di cause che si intrecciano tra loro.

La componente caratteriale genetica è una componente molto importante, poichè determina la soglia di sopportazione del cane all'interno di situazioni spiacevoli, ed il modo in cui affronta eventuali traumi o conflitti.

Un cane caratterialmente "fragile" è più propenso a cadere in fobia, se non gestito e sorretto in modo corretto, mentre per il cane caratterialmente più forte è più frequente la manifestazione del comportamento aggressivo.


I SEGNALI DI PAURA 

Sono diversi, a volte evidenti, altre volte meno.

Il cane può comunicare attraverso una comunicazione appresa ed una comunicazione spontanea.

La paura genera praticamente sempre una comunicazione spontanea, che può essere manifestata attraverso:

- immobilizzazione del cane, quindi alta contrazione muscolare;

- respirazione accelerata e salivazione;

- baricentro del corpo spostato all'indietro;

- sguardo evitante dal problema;

- camminata "leggera" senza appoggio totale dei polpastrelli a terra;

- coda bassa portata verso il ventre,

- pupille dilatate;

- ricerca di un rifugio sicuro;


Bisogna comunque tenere inconsiderazione che ogni cane, in quanto individuo unico ed irripetibile, ha un suo sistema comunicativo che lo rende diverso da tutti gli altri.


LE PRINCIPALI PAURE

Come detto in precedenza, le paure hanno mille sfumature.

Statisticamente, le paure principali manifestate sono:

- paura della passeggiata;

- paura di uscire di casa;

- paura dei rumori improvvisi;

- paura dei tuoni;

- paura dei fuori d'artificio;

- paura della macchina;

- paura di oggetti in movimento;

- paura dei rumori generati dal vento;

- paura degli estranei;

- paura degli altri cani;

- paura dei bambini;

- paura della manipolazione;

Sono solo alcune paure che di frequente affrontiamo cal Campo Addestramento.

Come si può constatare, alcune sono ambientali, altre relazionali.

Alcune sono generalizzate, altre specifiche.



COME RECUPERARE UN CANE PAUROSO

Il recupero di un cane pauroso viene spesso effettuato attraverso lavori di abituazione, desensibilizzazione e controcondizionamento.


Abituazione: è un lavoro prevalentemente di prevenzione che viene svolto principlamente con i cuccioli, afinchè non manifestino paure in età adulta. Il cucciolo viene inserito all'interno di un contesto sconosciuto, con stimoli nuovi, sconosciuti, a cui si abituerà con il passare del tempo.

Lo stimolo deve essere, per frequenza ed intensità, proporzionale all'età, quindi con esposizione graduale.

E' un lavoro che viene svolto anche con cani adulti provenienti da canile o rifugi, che non hanno mai conosciuto l'esterno.

Il lavoro lo svolge prevalentemente il cane, in modo autonomo, analizzando l'ambiente circostante e raccogliendo più dati possibili da catalogare e ricordare.


Desensibilizzazione: lo dice la parola, il cane è già stato sensibilizzato ad uno stimolo specifico, etichettato come spiacevole. Viene quindi immerso nel problema, che gli viene presentato a bassissima intensità, affinchè la reazione sia minimale e consenta al cane di sperimentare la non pericolosità dello stimolo in questione.


Controcondizionamento: ad uno stimolo che il cane ha etichettato come spiacevole, viene associato in concomitanza uno stimolo piacevole. Il cane dovrebbe iniziare a collegare i due stimoli, trasformando lo stimolo inizialmente spiacevole in piacevole attraverso il condizionamento.



In realtà, soprattutto per quanto riguarda la tecnica di controcondizionamento, raramente le tecniche sopradescritte risolvono la problematica di fondo, quando si parla di paure e fobie.

LA VERA RISPOSTA LA SI TROVA NELLA MODIFICA DELLA RELAZIONE CANE - PROPRIETARIO. 


E' il valore che il cane dà al proprietario come "guida", che determina la sicurezza del cane nell'affrontare le proprie paure, le proprie difficoltà.


Il ruolo del proprietario è di primaria importanza.

Un cane pauroso, ancor di più fobico, ha un estremo bisogno di sentirsi compreso ed al sicuro.

E' il proprietario che deve fare da tramite tra lui ed il mondo.

Capire quanto si può chiedere ad un cane con queste caratteristiche, fino a dove lo si può spingere, è compito del professionista che lo valuta.


Il proprietario sarà in grado di valutare il lavoro effettuato assieme al professionista cinofilo, semplicemente osservando il comportamento del cane: se vi sono peggioramenti dal punto di vista comportamentale, significa che i parametri di lavoro non sono corretti e che vi deve essere una rimodulazione.


CANE FOBICO: SERVE IL FARMACO?

Come detto in precedenza: il cane fobico ha comportamenti estremi, frequenti ed intensi, fuori controllo.

Il cane arriva ad un piccolo comportamentale senza mai scendere, anche se mette a rischio la sua incolumità fisica.

I tempi di recupero psico fisici sono molto lunghi e rendono la gestione particolarmente difficile.


Può essere utile la cura farmacologica? Si.


Il farmaco, di competenza del Veterinario Comportamentalista, può aiutare ad aprire un varco nella mente del cane, che gli consenta di restare lucido ed apprendere anche in presenza dello stimolo, o della situazione, che lo manda in tilt.

Generalmente il farmaco viene somministrato quotidianamente, per poi essere scalato mano a mano che il lavorod i recupero prosegue, fino ad essere completamente tolto.

In qualche caso, pur non avendo un reale riscontro scientifico, anche l'omeopatia sembra aver dato dei benefici.


RESTA IL FATTO CHE NESSUN FARMACO POTRA' SOSTITUIRE LA RELAZIONE CANE - PROPRIETARIO, ED IL BENEFICIO CHE DERIVA DA UNA CORRETTA COMPRENSIONE E GESTIONE DEL CANE



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